gruppi sanguigni

La dieta dei gruppi sanguigni

Del dottor Mozzi

Ciao a tutti!

Eccoci al secondo appuntamento con la rubrica “Le diete famose” ed oggi ho deciso di parlarvi della dieta dei gruppi sanguigni del dottor Mozzi.

dottor-piero-mozziIl curriculum del dottor Pietro Mozzi: frequenta il liceo classico a Piacenza e prende la laurea in Medicina nel 1977 a Parma. Nella sua biografia si descrive cosi: “…ho applicato semplicemente il “metodo scientifico”: ipotizzare, sperimentare, analizzare e trarre conclusioni”. Il dottor Mozzi, per descrivere la sua teoria, si basa sulla teoria alimentare elaborata e diffusa in precedenza dal naturopata americano Peter d’Adamo, autore di diversi libri tra cui “L’alimentazione su misura” in cui spiega nel dettaglio di cosa si tratta e come seguirla.

In cosa consiste la dieta dei gruppi sanguigni?

Secondo questa teoria, a ciascun gruppo sanguigno (0, A, AB e B) corrispondono caratteristiche genetiche ancestrali che incidono sul sistema immunitario, il metabolismo, il peso forma, la predisposizione a intolleranze, allergie e altre patologie e, in definitiva, determinano qual è l’alimentazione migliore da seguire. In pratica, considera il gruppo sanguigno come base e chiave per raggiungere la salute ottimale.

Nel dettaglio:

  •  chi possiede il gruppo 0: è il gruppo più antico, risalente ai nostri antenati cacciatori. Questo gruppo dovrebbe privilegiare chiaramente i piatti proteici, come carne, uova, legumi e qualche verdura; tenersi alla larga da pane e pasta che a quell’epoca ovviamente non esistevano.la dieta gruppi sanguigni
  •  chi appartiene al gruppo A: vanta l’eredità evolutiva dei primi agricoltori di circa 10mila anni fa, quando fu inventata la zappa. Per questo motivo, gli appartenenti a questo gruppo farebbero meglio a seguire una dieta vegetariana, a base di frutta, verdura e cereali. La carne rientra nella lista “alimenti neutri” – bisogna verificare la tolleranza dell’alimento e la digeribilità –  o “alimenti proibiti” – ritenuti dannosi e sarebbe opportuno non utilizzare – che il dottor Mozzi crea per ogni gruppo sanguigno.
  •  chi presenta il gruppo B: deriva dai nomadi pastori, migrati dall’Africa circa 15 mila anni fa. Di conseguenza, chi appartiene a questo gruppo può portare in tavola tranquillamente latte, latticini, uova.
  •  chi è di tipo AB: il più moderno nella specie umana e il più “fortunato” può seguire un regime onnivoro misto tra A e B.
  Quali sono le evidenze scientifiche?

Non ce ne sono….Si, non posso riportare NESSUNA evidenza scientifica che avvalori le tesi esposte in questa dieta dei gruppi sanguigni. Dello stesso parere sono Andrea Ghiselli, medico ricercatore dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN): “Non ha basi scientifiche”Cecilia Invitti, endocrinologa e nutrizionista dell’Istituto auxologico italiano che dice: “Non c’è alcuna evidenza scientifica a sostegno dell’associazione tra il gruppo sanguigno e le esigenze nutrizionali”. Il Langone Medical Center di New York afferma che: “le diete per i gruppi sanguigni A e 0 sono particolarmente restrittive, eliminando interi gruppi di alimenti, il che può portare a una perdita di peso ma anche un insidioso impoverimento nutrizionale”.

La base teorica di partenza della dieta dei gruppi sanguigni potrebbe anche risultare corretta ma sono le conclusioni a cui si è giunti che sono illogiche e ora cerco di spiegarvi il motivo….Il punto di partenza è che il gruppo sanguigno di ciascuno di noi è una caratteristica genetica (come il colore degli occhi o l’altezza) e a determinare l’appartenenza ad un gruppo piuttosto che ad un altro è la presenza/assenza di una determinata proteina (glicoproteina) sulla superficie dei globuli rossi. Questa diventa importante nel momento in cui si devono fare delle trasfusioni di sangue perché determina un rischio di rigetto. All’inizio degli anni Novanta, si era capito che queste stesse glicoproteine erano presenti anche nelle cellule che rivestono l’intestino e che l’attività di alcuni enzimi digestivi variava in base al gruppo sanguigno di appartenenza. Da questa informazione il collegamento con un possibile regime alimentare è stato rapidissimo, e così anche il raggruppamento degli alimentiEnzi Spisni esperto di fisiopatologia del tratto digerente e docente al Master di alimentazione ed educazione alla salute dell’Università di Bologna spiega: “È un’idea che non sta in piedi. I gruppi sanguigni variano moltissimo tra le diverse popolazioni, senza nessun collegamento con il tipo di dieta seguita durante l’evoluzione. Questo implica che i geni dei diversi gruppi sanguigni non hanno subito una pressione selettiva, che avrebbe favorito il migliore in base all’alimentazione etnica. Quel che è successo nel corso dell’evoluzione, invece, è che si sono affermate in seguito all’avvento di agricoltura e pastorizia mutazioni vantaggiose, come ad esempio la tolleranza al lattosio, che permette, a chi ne è portatore, di metabolizzare lo zucchero del latte anche in età adulta”.

Quali consigli posso darvi?

In realtà, a costo di sembrare banale, il mio consiglio è quello di fermarvi un attimo a pensare, di non buttarvi a capofitto a “provare” una dieta solo perchè “famosa” o ancora peggio “perchè il mio amico l’ha fatta e a perso 10 kg”!!!!

La dieta dei gruppi sanguigni, in particolare, espone le persone che la seguono a gravi carenze nutrizionali, come nel caso degli sfortunati portatori di 0, A e B – quindi la maggioranza della popolazione – che deve escludere interi gruppi di alimenti portando appunto ad una importante mancanza nutrizionale. Non sono solo le carenze a preoccupare, ma anche gli eccessi: un’alimentazione esclusivamente iperproteica di origine animale espone ad un aumentato rischio di cancro al colon e malattie cardiovascolari a causa di uno sproporzionato introito di grassi saturi.

Per concludere: avete letto il libro della dieta dei gruppi sanguigni e vi sembra di stare meglio e di aver risolto tutto i vostri problemi? Avete, nonostante questo, dei dubbi? Se non li avete, spero questo articolo possa farvene venire qualcuno.

Parlatene con il vostro medico di fiducia oppure rivolgetevi ad un nutrizionista che possa aiutarvi nel percorso alimentare più appropriato per voi senza esporvi a degli squilibri nutrizionali e alla generazione di nuovi problemi di salute magari, inizialmente, silenti.

  Spero vi sia stato utile! A martedì prossimo! Valentina ♥ 😉  

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