Ciao a tutti!
Oggi vorrei discutere con voi di un argomento noto ma forse non sempre ben chiaro in quanto, spesso, allergia ed intolleranza vengono confuse oppure considerate la stessa cosa. Facciamo un po’ di chiarezza a riguardo….
Le allergie e le intolleranze alimentari appartengono alle manifestazioni derivanti dal consumo di un alimento che costituiscono un pericolo per la salute del soggetto (Reazioni Avverse da Alimenti, RAA). Indicano però due diversi tipi di reazione e, di conseguenza, non vanno confuse.
Le allergie alimentariPer allergia si intende una reazione, mediata dal sistema immunitario, che si scatena in conseguenza dell’assunzione di alcune sostanze (dette allergeni) contenute negli alimenti. Le reazioni allergiche sono fenomeni complessi dal punto di vista fisiologico. Non sono reazioni dose-dipendenti e la sintomatologia non varia in alcun modo in funzione della quantità di sostanza assunta.
La vera allergia alimentare comincia con una prima fase, detta “sensibilizzazione”, che si innesca a seguito di un’assunzione diretta dell’alimento anche in piccole quantità. Questa fase non è accompagnata da particolari sintomi o disturbi ma ha per conseguenza la produzione di anticorpi IgE contro quel particolare antigene (detta Immunità acquisita). Un secondo contatto con l’allergene induce il suo riconoscimento da parte degli specifici anticorpi IgE e dà inizio alla serie di eventi caratteristici della risposta allergica (Figura 1).
I sintomi, molti e differenti, possono manifestarsi da pochi minuti a qualche ora dall’ingestione dell’allergene e comprendono:
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la formazione di eritemi (orticaria)
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gli attacchi d’asma
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disturbi gastrointestinali (dolore e scariche di diarrea)
- forme più gravi come lo shock anafilattico
La tendenza a sviluppare allergie ha anche basi genetiche: è stato dimostrato che in una famiglia, nella quale almeno uno dei genitori soffre di allergie, i figli hanno il doppio delle probabilità di manifestare un’allergia alimentare. L’assenza di familiarità per allergia conferisce un rischio allergico al figlio pari al 5-15%. Quando un solo familiare di primo grado è allergico, il rischio di sviluppare allergia è pari al 20-40%; se la familiarità è doppia (due genitori o un genitore e un fratello) il rischio di sviluppare allergia è pari al 40-60%.
Ci sono dei Test diagnostici disponibili, a basso costo e semplici da eseguire, che consentono di testare più allergeni contemporaneamente e forniscono risposte rapide e sufficientemente affidabili.
- Skin Prick Test. Dopo aver individuato il gruppo di alimenti più probabilmente responsabile delle manifestazioni allergiche, lo specialista pone sulla cute dell’avambraccio del paziente una goccia di ogni tipo di estratto alimentare e punge la pelle con una lancetta monouso per far penetrare le varie sostanze. La lettura del testa avviene circa 20 min dopo e la positività viene correlata alla comparsa di gonfiore e rossore in corrispondenza di una delle zone di deposizione degli estratti alimentari (Figura 2).
- Test sierologici. Il dosaggio delle IgE specifiche (RAST test) viene eseguito per integrare i test cutanei positivi o incerti e permette di evidenziare, sia qualitativamente che quantitativamente, anticorpi di tipo IgE prodotti contro un specifico alimento e presenti nel sangue del paziente.
Intolleranze metaboliche. Nascono da carenza, o assenza, di enzimi che l’organismo utilizza per metabolizzare le proteine. La più diffusa è l’intolleranza al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte, legata alla carenza dell’enzima lattasi. In mancanza di questo enzima, l’organismo non è in grado di idrolizzare il lattosio apportato con l’ingestione di latte e i suoi derivati e lo convoglia direttamente nell’intestino. La flora batterica intestinale, a contatto con il lattosio, produce acidi organici e gas e provoca dolori intestinali, crampi addominali e diarrea.
Intolleranze agli additivi chimici. Questi elementi possono essere presenti nei cibi, usati come conservanti, addensanti, dolcificanti ed esaltatori di sapore. Producono sintomi come nausea, mal di testa, dolori addominali o asma.
La diagnosi risulta difficoltosa anche per la mancanza di metodi diagnostici standardizzati e validi, fatta eccezione per il Breath test (test del respiro) che si usa per individuare l’intolleranza al lattosio. Questo esame rivela la quantità di idrogeno che viene espirata prima e dopo la somministrazione di lattosio, consentendo di evidenziare la carenza della lattasi, l’enzima responsabile dell’intolleranza. Altri test utilizzati per identificare le intolleranze sono la dieta di eliminazione e il test di provocazione orale, descritti in precendenza, in quanto utilizzati anche per la diagnosi delle allergie vere e proprie.
Spero vi sia stato utile! Non perdetevi la ricetta senza lattosio!
A presto
Valentina ♥ 😉